Bandersnatch (Black Mirror: Bandersnatch) è un film interattivo prodotto e distribuito da Netflix nel 2018.

Trama

Essendo Bandersnatch un film interattivo, la sua trama non è lineare, ma ci sono degli elementi in comuni con ogni strada che lo spettatore decide d’intraprendere.

Siamo nel 1984 e Stefan Butler è un programmatore di videogiochi. La sua ultima creazione è un videogioco interattivo basato sul libro Bandersnatch, di Jerome F. Davies.
Stefan propone la demo alla Tuckersoft, società diretta da MohanThakur; facciamo la conoscenza anche di un personaggio chiave del film, ovvero Colin Ritman, autore dei videogiochi più famosi dell’epoca.
A Stefan viene messo a disposizione un team di collaboratori, di modo da poter continuare a sviluppare il gioco in un ufficio della società. Se lo spettatore accetta la proposta, Colin ci riferisce di aver fatto la scelta sbagliata; dovremmo ricominciare il film daccapo.
Se rifiutiamo, la storia va avanti; Stefan comincia a lavorare al gioco per conto suo, in casa di suo padre.

Veniamo a conoscenza del fatto che Stefan è in terapia presso la dottoressa R. Haynes, che tenta di aiutarlo a superare il trauma della morte della madre. Questa morì quando il protagonista era solo un bambino, ma si dà la colpa dell’accaduto in quanto la morte della madre venne causata dal deragliamento di un treno su cui non avrebbe dovuto trovarsi.
Stefan, in quell’occasione, aveva infatti rallentato la madre, insistendo nel cercare un coniglio giocattolo (nascosto precedentemente da suo padre) senza il quale si rifiutava di uscire. Questo ritardo costrinse la madre a prendere il treno successivo, causandone la morte.

Le prime scelte

A questo punto, lo spettatore può scegliere se continuare a seguire le sedute con la dottoressa, o seguire Colin. Se si dovesse scegliere quest’ultima opzione, Stefan si ritroverebbe a casa di Colin, che lo costringerebbe ad assumere sostanze allucinogene. In preda a deliri riguardanti realtà pilotate e parallele, lo spettatore dovrà scegliere se far gettare dal balcone Colin o Stefan; in ogni caso, il film ricomincerebbe dal principio.

Se si sceglie di continuare le sedute, il film prosegue e comincia a prendere una piega più inquietante.
Stefan, infatti, preso dall’ansia di non aver rispettato il termine per consegnare il gioco alla società, comincia a riscontrare errori e bug e si convince di essere controllato da forze esterne. Comincia a dubitare di chi gli sta intorno, soprattutto del padre e della dottoressa; si rivede in Jerome F. Davies che, essendosi trovato in una situazione simile molto tempo prima, cominciò a fare uso di sostanze allucinogene, senza riuscire a gestire tutte le storyline del suo libro. Davies decapitò la moglie durante una crisi di nervi, per poi usare il suo sangue per dipingere sulle pareti di casa un glifo rappresentante una biforcazione.

In questo contesto possiamo fare un’altra importante scelta; quando Stefan comincia a mostrare segni di esaurimento e paranoia, possiamo comunicare con lui utilizzando il suo computer. Possiamo dunque scegliere se rivelare a Stefan di essere il protagonista di un programma d’intrattenimento del futuro, o possiamo guidarlo ad una cassaforte. Entrambe le scelte porteranno a due ulteriori biforcazioni.

Il finale della trama, ovviamente, dipende da molte delle scelte compiute nel corso del film. Anche se i finali sono molteplici, Netflix ne ha indicati cinque come principali.

I finali

Nel primo, Stefan litiga furiosamente con il padre e con la dottoressa, poiché crede di essere controllato da uno spettatore del ventunesimo secolo.
Per quanto riguarda il secondo, Stefan è in realtà un attore di nome Mike, e tutta la sua vita è una messinscena, gestita da suo padre che, in realtà, è il regista.

Proseguiamo con il terzo, dove Stefan ha una crisi nervosa ed uccide il padre, facendone a pezzi il cadavere. Riesce però ad ultimare Bandersnatch, il suo gioco, che viene acclamato dalla critica. Quando l’omicidio viene scoperto, però, il gioco viene ritirato dai negozi. Qualche anno dopo, conosciamo Pearl Ritman, figlia di Colin, che ha in programma una serie Netflix riguardante Bandersnatch; tuttavia, la ragazza comincia a riscontrare gli stessi problemi di Davies e Stefan.
Nel quarto, Stefan uccide il padre e seppellisce il cadavere, ma viene scoperto e arrestato. In carcere disegna sulle pareti lo stesso simbolo da cui era ossessionato Davies. In base alle scelte compiute nel corso del film, Stefan potrebbe uccidere anche Colin o Thakur.

Nel quinto finale, Stefan recupera il suo coniglio giocattolo dalla cassaforte e lo posiziona sotto il letto, in modo da permettere al se stesso del passato di trovarlo subito e di far prendere alla madre il treno giusto, evitando di causarne la morte. Ci ritroviamo subito dopo nel 1984, dove Stefan, durante la sua seduta con la dottoressa, muore improvvisamente.

 

Personaggi e attori principali

Stefan Butler/Fionn Whitehead

In un film interattivo, selezionare gli attori giusti è fondamentale. Specialmente per quanto riguarda il protagonista, quello che verrà “manovrato” dallo spettatore; in questo caso stiamo parlando di Stefan Butler, interpretato da Fionn Whitehead.
Inizialmente, la scelta di questo giovane attore mi aveva fatto storcere un po’ il naso; mi sarei aspettata qualcuno con più esperienza, per un ruolo così importante. Ho dovuto subito ricredermi; Whitehead recita con spontaneità, calandosi nei panni di Stefan senza troppa fatica e rendendo credibile la tragica vicenda raccontata in Bandersnatch. Lo spettatore si ritrova a trovare pietà per lui, specialmente durante le scene in cui abbiamo la possibilità di rivelare la verità al ragazzo; siamo noi, a tutti gli effetti, la causa della disperazione ben recitata di Stefan.

Colin Ritman/Will Poulter

Il coprotagonista non è da meno: Colin Ritman, interpretato da Will Poulter, è un personaggio decisamente intrigante. A volte sembra che sappia di essere in una specie di gioco, alle volte aiuta il protagonista, altre ancora ne causa la morte. Quello che accomuna ogni versione di Colin sono le sue lezioni sul libero arbitrio e le sue teorie sul controllo.
Poulter, conosciuto principalmente per il ruolo di Eustachio Scrubb ne Le Cronache di Narnia, ha ricevuto svariate critiche per la sua interpretazione in Bandersnatch. Alcune riguardavano la sua interpretazione, molte altre si prendevano gioco del suo aspetto; l’attore, in ogni caso, è stato costretto a ritirarsi dai social network. Io mi trovo totalmente in disaccordo con queste critiche; le scelte stilistiche del personaggio aiutano ad inquadrarlo subito come eccentrico ed interessante, cosa che si riflette effettivamente in Will, grazie alla recitazione di Ritman.

Haynes/Alice Eva Lowe

Alice Eva Lowe interpreta la dottoressa Haynes, la psicoterapeuta di Stefan. Haynes sembra l’unica a voler effettivamente aiutare il protagonista; oltre alla madre, rappresenta l’unica figura positiva della storia. Lowe è principalmente una comica e una scrittrice, e il ruolo di Haynes è quello che spicca di più nella lista dei suoi lavori da attrice. Nulla da dire, però, sulla sua recitazione; ha saputo interpretare con naturalezza sia le scene tragiche che, ovviamente, quelle più comiche (come, ad esempio, il finale in cui la seduta terapeutica si trasforma, senza apparente motivo, in uno scontro alla Matrix).

Peter Butler/Craig Parkinson

Craig Parkinson interpreta Peter Butler, il padre del protagonista. Appare subito evidente allo spettatore che Peter non sia il padre migliore del mondo… o forse sì? Parkinson riesce a far assumere ad un personaggio relativamente marginale un ruolo rilevante, giocando sull’ambiguità. Peter è un buon padre, che si preoccupa per il figlio, o un pessimo genitore che ha contribuito alla follia di Stefan? Potrebbe dipendere tutto dalle scelte compiute dallo spettatore.

Come di consueto, concludiamo questa sezione con la lista dell’intero cast di Bandersnatch.

Fionn Whitehead: Stefan Butler

Will Poulter: Colin Ritman

Craig Parkinson: Peter Butler

Alice Lowe: Dr. Haynes

Asim Chaudhry: Mohan Thakur

Tallulah Haddon: Kitty

Catriona Knox: Leslie

Jonathan Aris: Crispin

Paul Bradley: Robin

Alan Asaad: Satpal

SuzanneBurden: Judith Mulligan

Jeff Minter: Jerome F. Davies

 

Gli argomenti

Bandersnatch, oltre ad essere un prodotto fantascientifico, contiene anche elementi degli horror, della commedia e del pathos; è stato infatti descritto come thriller psicologico. Il film incorpora idee postmoderne, come ad esempio il metacommento e il narratore inattendibile, e il soggetto principale è il libero arbitrio.
BethElderkin, giornalista di io9, ha scritto che “Bandersnatch è l’assenza di scelta, e la vita di Stefan è fuori dal suo controllo”. Ha inoltre evidenziato il finale in cui Stefan “torna indietro” per recuperare il coniglio di peluche e, perciò, decidendo consapevolmente di morire insieme alla madre; si tratta dell’unico finale che celebra effettivamente il libero arbitrio.

Oltre alle similitudini con 1984 di Orwell, Bandersnatch è stato paragonato ai videogiochi The Walking Dead e Detroit: Become Human. Il paragone più frequente, però, è con Alice nel paese delle meraviglie, partendo dallo stesso nome, Bandersnatch. Il“bandersnatch” è infatti una creatura immaginaria che troviamo nel romanzo di Lewis Carroll del 1871 Through the Looking-Glass e nella sua poesia del 1874 The Hunting of the Snark.

In questo film interattivo di Netflix troveremo però anche molti elementi non indicati ad ogni tipo di pubblico; suicidi, omicidi, sangue e altre immagini violente. Il fine ultimo, come la maggior parte di ciò che riguarda Black Mirror, è scuotere lo spettatore; in questo caso, i complessi elementi tecnologici del film vanno ad unirsi ad una trama volubile, portando l’ansia di chi guarda (e, in questo caso, di chi sceglie) alle stelle.

La sceneggiatura di Bandersnatch, composta da 170 pagine, è stata realizzata con Twine, un software per la creazione di narrativa interattiva, Scrivener, FinalDraft e Blocco note di Microsoft, oltre ad un software su misura chiamato Branch Manager.
Il film è anche ricco di “easter eggs”, cioè riferimenti ad altre puntate di Black Mirror. Lo stesso simbolo rappresentante un bivio, dal quale Stefan è ossessionato, compare in Orso Bianco. Le altre puntate menzionate sono: Metalhead, Nosedive, San Junipero, Messaggio al Primo Ministro, Torna da me, 15 milioni di celebrità, Vota Waldo!, Odio universale, USS Callister, Crocodile e Hang the DJ. Infine, lo stesso nome di R. Haynes potrebbe alludere a Rolo Haynes, proprietario del museo in Black Museum.

Approfondimento: l’universo è una rete neurale

Un professore di fisica presso l’Università del Minnesota Duluth, Vitaly Vanchurin, ha proposto una nuova teoria secondo la quale vivremmo all’interno di una massiccia rete neurale.
Le reti neurali artificiali, come quelle create dagli scienziati, sono costituite da vari nodi, che fungono da neuroni biologici, che elaborano e trasmettono segnali. La rete cambia man mano che viene utilizzata e riesce ad “apprendere” durante la sua attività.

L’idea di Vanchurin è che l’universo sia una di queste reti, cioè un sistema computazionale interconnesso simile nella struttura al cervello umano o ai sistemi di machine learning. Tale nozione è stata proposta dal fisico nel tentativo di conciliare la fisica classica con la meccanica quantistica.

Nel suo articolo, infatti, Vanchurin ha spiegato che le reti neurali artificiali possono esibire comportamenti di entrambe le teorie universali. Per citare direttamente il professore, «La meccanica quantistica è un paradigma di successo per modellare fenomeni fisici su un’ampia gamma di scale; è opinione diffusa che al livello più fondamentale, l’intero universo sia governato dalle regole della meccanica quantistica, e anche la gravità dovrebbe in qualche modo emergere da essa».

Vanchurin quindi afferma che le reti neurali artificiali possono essere utili per analizzare sistemi fisici o per scoprire leggi fisiche. Egli, quindi, dichiara che la teoria dell’universo come una rete neurale potrebbe essere considerata come una proposta per la teoria del tutto.

Molti esperti di machine learning sono scettici sulle conclusioni dell’articolo. Vanchurin ha dichiarato in un’intervista che la sua intenzione iniziale era di comprendere meglio il funzionamento del deeplearning, volendo applicare i metodi della meccanica statistica per studiare il comportamento delle reti neurali. Tuttavia, la scoperta che la dinamica di apprendimento delle reti neurali è molto simile alla dinamica quantistica che vediamo in fisica, lo ha portato ad esplorare l’idea che il mondo fisico fosse in realtà una rete neurale.

Conclusioni

Ho passato un intero pomeriggio su Netflix, tentando di ottenere ogni finale possibile; scrivendo questa recensione mi sono resa conto di non essere riuscita nel mio intento, ma non sono sicura di avere abbastanza forza di volontà da riprovare.
Lo consiglio? Sì. Certamente non è qualcosa da guardare con tutta la famiglia (men che meno con bambini presenti); se volete mettervi un po’ d’ansia e passare qualche ora immersi in un altro modo, però, fa al caso vostro.

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