The social network_recensione

«Non arrivi a 500 milioni di amici senza farti qualche nemico»

 


The Social Network è un film biografico/drammatico del 2010 diretto da David Fincher. Si tratta dell’adattamento del libro di Ben Mezrich “Miliardari per caso – L’invenzione di Facebook: una storia di soldi, sesso, genio e tradimento”. La pellicola vede come protagonista Jesse Eisenberg nel ruolo di Mark Zuckerberg, il creatore del famoso social network Facebook.


La Trama

 

Ci troviamo nel 2004 circa, all’Università di Harvard, dove Zuckerberg è uno degli studenti più brillanti. Il giovane, che è anche programmatore, dopo essere stato lasciato dalla sua ragazza, Erica Albright, passa una notte a creare il sito “FaceMash”, che ha l’unico obiettivo di mettere a confronto delle ragazze e lasciare che gli utenti votino la più bella. FaceMash diventa molto popolare tra gli studenti dell’università, ma scatena anche molte polemiche dovute alla violazione della privacy delle ragazze nelle foto. Quando il giornalino dell’università riporta la vicenda, Zuckerberg viene contattato da tre studenti dell’ultimo anno, ovvero i gemelli Winklevoss (Cameron e Tyler) e Divya Narendra. Questi gli propongono quindi di aiutarli con un progetto per il quale avevano bisogno di un programmatore; il progetto si chiama “HarvardConnection”, e ha come obiettivo quello di connettere tutti gli studenti di Harvard. Palesemente ispirato da questa proposta, Zuckerberg ignora la richiesta degli studenti, contatta il suo amico Eduardo Saverin e gli chiede un prestito di mille dollari per finanziare un progetto, offrendogli come garanzia il 30% dei guadagni. Saverin accetta, e Zuckerberg crea quindi “Thefacebook”, un sito che ha lo stesso scopo di HarvardConnection. Thefacebook si rivela un successo, al punto che Zuckerberg e Saverin decidono di aggiungere altre scuole al progetto; in breve, però, il sito raggiunge anche i gemelli Winklevoss e Narendra, che decidono di fare causa a Zuckerberg poiché ritengono che abbia copiato la loro idea.
Nel frattempo, Zuckerberg e Saverin incontrano Sean Parker, il fondatore di Napster, che suggerisce loro di chiamare il progetto semplicemente “Facebook”. I due fondatori e Sean Parker passano quindi l’estate cercando di migliorare Facebook e di trovare pubblicità per il sito; quest’ultimo comincia a far guadagnare parecchio, perciò Saverin firma un contratto con il quale viene stabilito che egli possiede un terzo di Facebook. All’insaputa di Saverin, però, la sua quota viene progressivamente ridotta fino allo 0,3%, mentre le quote di Zuckerberg e Parker restano invariate. Saverin decide quindi di fare causa all’amico.
Alla fine del film, un’avvocatessa cerca di convincere Zuckerberg a raggiungere una transazione con le controparti, poiché avrebbe avuto la peggio davanti ad una giuria. La scena finale vede Zuckerberg intento a mandare una richiesta d’amicizia alla sua ex fidanzata.
Durante il film, il “presente” viene intervallato dalle scene delle deposizioni e dei processi legali di Zuckerberg e delle controparti, mentre durante i titoli di coda veniamo a sapere come si è risolta la faccenda: il creatore di Facebook ha dovuto risarcire 65 milioni di dollari ai gemelli Winkevoss e ha reintegrato Saverin tra i fondatori del famoso social network.


I personaggi e gli attori principali

 

 

La pellicola racconta la storia di Facebook, i suoi primi anni e le sue prime cause. Il protagonista è, quindi, il suo creatore, Mark Zuckerberg, interpretato da Jesse Heisenberg. Forse lo conoscerete per Adventureland e Benvenuti a Zombieland, due film del 2009. In entrambi i film interpreta due personaggi simili tra loro, ovvero ragazzi timidi, chiusi, un po’ goffi, che hanno ancora molte esperienze da fare. In queste due pellicole, Heisenberg riesce a dare perfettamente l’idea dell’adolescente impacciato, cosa che rende ancora più dura la sfida d’interpretare il personaggio di Zuckerberg in The Social Network. Oltre a dover tenere in conto la personalità del “vero” Zuckerberg, infatti, Heisenberg si è dovuto calare nei panni di una tipologia d’individuo a lui ancora sconosciuta. La sua interpretazione in questo film risulta infatti un po’ meno disinvolta del solito, andando a creare l’immagine di un giovane Zuckerberg insicuro e introverso, ma non troppo. Sorprendentemente, questi aspetti sono tutt’altro che negativi; la sfida nella recitazione di Heisenberg era quella di passare da uno stile impacciato a quello sicuro di sé e superbo, tipico dei “geni”. Non riuscendoci pienamente, Heisenberg ha creato un’immagine perfetta di quello che, in realtà, era Zuckerberg a quei tempi: un ragazzo rifiutato dalla fidanzata e quindi insicuro, al punto da creare un sito appositamente per tentare di rendere insicure altre ragazze; introverso, ma solo perché convinto di essere migliore degli altri. Si può dire quindi che il salto tra uno stile di recitazione e il suo perfetto opposto sia stato interrotto a metà, regalandoci una perfetta interpretazione di un ragazzo presuntuoso, supponente e, nel complesso, un po’ antipatico.the_social_network_recensione
Andrew Garfield interpreta il migliore amico di Mark Zuckerberg, ovvero Eduardo Saverin. Nonostante oggi lo si conosca principalmente per il suo ruolo di Spiderman, nel 2010 Garfield era un attore praticamente sconosciuto e The Social Network è uno dei suoi primi film. La sua interpretazione è ottima quanto quella di Heisenberg, e sembra si trovi molto in sintonia con quest’ultimo. Il film non avrebbe avuto la stessa riuscita, se non fosse stato per la recitazione di entrambi; uno dei temi della pellicola è infatti proprio il rapporto d’amicizia tra Zuckerberg e Saverin.
È degna di nota anche la recitazione di Justin Timberlake, che molti conoscono più per i suoi lavori come cantautore che come attore. In questa pellicola, il cantante interpreta Sean Parker, il creatore di Napster: un individuo un po’ sopra le righe, sregolato, che esce da una storia di droga e alcool. L’interpretazione di Timberlake ci offre un personaggio tanto affascinante quanto instabile; in ogni scena, è palese lo charme di Parker, ma dà anche l’impressione di avere una costante paura di qualche cospirazione contro di lui.

Andiamo ora a vedere l’elenco completo degli attori presenti in questa pellicola, e i personaggi interpretati:

 

 

 

Jesse Eisenberg: Mark Zuckerberg

Andrew Garfield: Eduardo Saverin

Justin Timberlake: Sean Parker

Armie Hammer: Cameron e Tyler Winklevoss

Max Minghella: Divya Narendra

Brenda Song: Christy Lee

Rashida Jones: Marylin Delpy

John Getz: Sy

David Selby: Gage

Denise Grayson: Gretchen

Douglas Urbanski: Larry Summers

Rooney Mara: Erica Albright

Joseph Mazzello: Dustin Moskovitz

Dustin Fitzsimons: La Fenice

Wallace Langham: Peter Thiel

Patrick Mapel: Chris Hughes

Dakota Johnson: Amelia Ritter

Malese Jow: Alice Cantwel

 


Gli argomenti

 

The Social Network, come abbiamo visto, parla dello sviluppo di Facebook, dall’idea alla realizzazione, passando per le cause legali e per le “ispirazioni” che Zuckerberg ha ricevuto durante questo percorso.
Il film non glorifica in nessun modo la figura del creatore di Facebook, anzi si concentra quasi più sulla parte lesa che sul famoso social network. Si tratta infatti di una storia vera; per quanto siano stati aggiunti sicuramente molti elementi per romanzare la vicenda, gli episodi che hanno portato alla nascita di Facebook sono proprio quelli che possiamo vedere nel film. Il social network utilizzato dalla maggior parte del mondo avrebbe dovuto the_social_network_recensionerestare un progetto relativo all’università di Harvard, creato dai fratelli Winklevoss, con il contributo di Zuckerberg.
Il “merito” effettivo di Zuckerberg lo vediamo poco dopo l’inizio del film, che si apre con la scena in cui il giovane programmatore viene lasciato dalla sua ragazza, Erica. Da questa scena possiamo già comprendere molto del personaggio di Zuckerberg: arrogante, manipolativo e senza un reale interesse nei confronti degli altri. Quando torna a casa, crea infatti un sito con lo scopo di vendicarsi non solo sulla sua ex ragazza, ma su tutte le ragazze del campus. Questo denota una profonda insicurezza, che il protagonista cerca di mascherare dietro l’atteggiamento di chi ha tutto sotto controllo.
La pellicola si basa quasi interamente sui personaggi, che vengono quasi psicanalizzati, e sulle dinamiche umane che hanno portato alla creazione di Facebook e alle cause legali. La storia, infatti, viene raccontata da più punti di vista, con frequenti flashback e flashforward; dal presente narrativo si “torna” alla deposizione in aula, e dal racconto di un personaggio si passa a quello di un altro.


Confronto con la realtà

 

Al Mark Zuckerberg della realtà non è piaciuto questo film. Non c’è da esserne sorpresi, poiché dopo aver visto The Social Network molte persone hanno considerato il creatore di Facebook e lo stesso social network in maniera diversa. Zuckerberg ha chiamato la pellicola una “incerta verità”, ma ha ammesso di aver effettivamente creato FaceMash l’anno precedente a Facebook. “Abbiamo costruito un prodotto che coinvolge 500 milioni di persone… Se 5 milioni di persone guardano un film non importa poi granché”, ha dichiarato parlando di The Social Network. Il creatore di Facebook ha fatto commenti decisamente acidi su questo film in varie occasioni, fino a dichiararlo quasi totalmente un frutto della fantasia del regista. “Chi mi conosce sa che frequento la stessa ragazza sin da prima di creare Facebook”, dice il programmatore; questa affermazione, però, è falsa, in quanto la sua attuale relazione è iniziata quando lei è stata assunta nella compagnia di Zuckerberg. Il personaggio di Erica rappresenta una ragazza che, nonostante l’affermazione di Zuckerberg, esiste realmente: si chiama Jessica Alona. È proprio quella a cui il programmatore ha “dedicato” FaceMash, oltre ad un post molto poco carino sul suo blog, nel quale il nome della ragazza è affiancato ad appellativi disgustosi.
C’è però da dire che, come già accennato, il film è un adattamento del libro di Ben Mezrich. Il libro è stato scritto basandosi sulle conversazioni che l’autore ha intrattenuto con Eduardo Saverin che, come ora sappiamo, è stato il primo amico/nemico di Zuckerberg. Potrebbe darsi, quindi, che la vicenda sia stata raccontata non in maniera totalmente oggettiva, nonostante gli avvenimenti principali comunque siano quelli raccontati nel film. In un’intervista per Groucho Reviews, lo sceneggiatore di The Social Network (Aaron Sorkin) tende a specificare che, nonostante tutte le ricerche compiute e gli accertamenti svolti per ottenere un film il più possibile fedele alla realtà, si tratta pur sempre di un racconto.
«Da un lato abbiamo usato informazioni disponibili a tutti, dall’altro abbiamo cercato di parlare in prima persona con gli individui coinvolti: abbiamo parlato con le persone che sono diventate personaggi del film e altri non abbastanza importanti da diventare personaggi ma che avevano potuto osservare gli eventi da vicino. […] Quindi, invece di scegliere una versione dicendo “beh, penso che sia la verità, è questa la storia che racconterò”, o sceglierne un’altra perché più piccante, mi è piaciuto avere a disposizione tre diversi punti di vista della stessa storia. E nel film li racconto tutti e tre. Continuo a spostarmi da un punto di vista all’altro, che sia quello dei gemelli Winklevoss o di Mark o di Eduardo. […] Nulla è stato aggiunto nel film solo per creare spettacolo fine a se stesso. Nulla è stato Hollywoodizzato. In alcuni casi ho fuso due personaggi. In tre occasioni ho cambiato il nome di un personaggio. Uno di questi neanche lo vediamo, viene solo nominato. Negli altri due casi non era necessario mettere ulteriormente in imbarazzo la persona in questione. Ottieni esattamente lo stesso film e la stessa verità se eviti di farlo. Quindi non lo fare
Bisogna specificare, quindi, che alcuni elementi del film, ad esempio il carattere dei personaggi e il modo in cui si relazionano con gli altri, sono frutto di una rielaborazione. Ad esempio, l’autore di The Facebook Effect, David Kirkpatrick, definisce Zuckerberg “una delle persone meno arrabbiate che mi sia mai capitato d’incontrare”.
Un’altra imprecisione che si riscontra nel film riguarda la relazione tra Zuckerberg e Saverin. I due, nella realtà, non erano migliori amici. Questo posto era infatti occupato da Adam D’Angelo, che fu anche il primo Chief technical officer di Facebook. Nel film, inoltre, Dustin Moskovitz viene rilegato al ruolo di programmatore, mentre Zuckerberg afferma che senza di lui Facebook non avrebbe avuto il successo che ha oggi.
Nei titoli di coda, infine, leggiamo che i fratelli Winklevoss sono stati risarciti di 65 milioni di dollari, quando l’attuale risarcimento è stato di circa il doppio: circa 120 milioni di dollari.


Approfondimento: Facebook e la privacy

 

Ultimamente, il problema della privacy su Facebook sembra farsi sempre più presente nelle nostre vite. Mark Zuckerberg si è ritrovato ad affrontare vari problemi relativi a questo argomento solamente nel corso del 2018: citiamo lo scandalo di Cambridge Analytica, un’applicazione che ha raccolto i dati di 87 milioni di utenti Facebook; l’attacco informatico di settembre, nel quale sono state rubate 50 milioni di password; le campagne sponsorizzate dai servizi segreti russi.
Ad oggi, sappiamo con certezza che Facebook vende i nostri dati personali ad altre società; questo è il motivo per il quale, mentre navighiamo su Facebook, riceviamo pubblicità mirata, visualizzando inserzioni che potrebbero effettivamente interessarci. Zuckerberg ha venduto i nostri dati ad Amazon, Apple, Blackberry, HTC, Microsoft e Samsung.
Quando ci iscriviamo al social network in questione, però, stiamo automaticamente accettando di condividere dei nostri dati, il che rende del tutto legale queste operazioni. Un’altra cosa a cui acconsentiamo al momento dell’iscrizione o dell’installazione dell’app è la tracciatura dei nostri SMS e delle nostre chiamate.
Facebook, però, ha tentato anche di appropriarsi di dati che non vengono automaticamente concessi all’iscrizione. Ad esempio, l’applicazione Facebook Research permetteva a Facebook di leggere i messaggi privati, le chat, i media, le ricerche sul web e le posizioni GPS di alcuni minorenni americani. Il tutto, in cambio di 20 euro.
Un’altra applicazione del genere è Onavo VPN, acquistata da Facebook nel 2013. In breve, questa applicazione permetteva di creare una rete privata virtuale per proteggere gli smartphone da eventuali attacchi esterni; il vero scopo dell’app, però, era di raccogliere dati sui siti visitati dagli utenti e sulle altre applicazioni utilizzate dal possessore dello smartphone. Onavo VPN non è più disponibile su App Store.
Gli utenti più recenti del più famoso social network forse non sanno che, nel 2011, è stata disponibile una funzione chiamata “Storie sponsorizzate”. Si trattava di pubblicità mostrate agli utenti che questi ultimi non potevano nascondere o evitare in alcun modo (cosa che, invece, possiamo fare oggi); questo portò ad una causa legale contro Facebook, che dovette risarcire 9 milioni di dollari a 614.000 utenti e ritirare la Storie sponsorizzate.
Infine, la critica che il deputato statunitense Ben Lujan ha espresso a Zuckerberg è riassuntiva dell’ultimo punto di questo discorso: “Lei ha detto che tutti controllano i propri dati, ma state raccogliendo dati su persone che non sono nemmeno utenti di Facebook, che non hanno mai firmato un consenso o un accordo sulla privacy. E state indirizzando le persone che non hanno un profilo Facebook ad iscriversi a Facebook per ottenere i loro dati“.
Il deputato sta parlando dei cosiddetti “profili ombra”, ovvero profili Facebook di persone che non si sono mai iscritte a Facebook. Vi è mai capitato di trovare, tra le “persone che potresti conoscere” che ci suggerisce automaticamente Facebook, un vostro lontano parente, magari anziano, senza nessuna immagine del profilo e nessuna informazione? Probabilmente, si trattava di un profilo ombra. Questo accade perché numerose applicazioni condividono con Facebook i dati personali dell’utente; quest’ultimo potrebbe quindi avere installato una di queste applicazioni, ma non Facebook, che però crea automaticamente un profilo con la sua e-mail e il suo nome.

Come proteggersi da questo furto di dati? Sappiate che, come già detto, al momento dell’iscrizione acconsentiamo al trattamento dei nostri dati per, ad esempio, la ricezione di pubblicità mirata. Possiamo però “limitare i danni”, ricorrendo a degli accorgimenti che andremo ad elencare di seguito.

  1. Eliminare l’accesso ai dati delle applicazioni connesse a Facebook. Nelle impostazioni dell’account dovremo selezionare “App” dalla colonna di sinistra; si aprirà una schermata con una serie di applicazioni (spesso sono decine e decine) alle quali, in passato, abbiamo dato l’autorizzazione ad accedere al nostro account. Si tratta perlopiù di test della personalità e sondaggi.

  2. Disabilitare la geolocalizzazione. Dovrete andare su Impostazioni Account, dopodiché su Luogo (o Privacy, dipende dal tipo di smartphone da voi posseduto) e controllare che l’opzione “cronologia delle posizioni” (o “servizi di localizzazione”) sia su “no” (o “mai”).

  3. Limitare l’accesso al nostro account. Andando su “Impostazioni sulla privacy e strumenti” ci troveremo davanti a due sezioni: “le tue attività” e “in che modo le persone ti trovano e ti contattano”. Basterà rispondere alle domande che vi verranno poste, selezionando chi volete che veda i vostri post in varie situazioni.

  4. Modificare le impostazioni delle inserzioni. Andando sulle impostazioni di Facebook e selezionando Inserzioni, ci troveremo davanti la pagina “impostazioni delle inserzioni”, nella quale dovremo cliccare “inserzioni basate sul tuo utilizzo di siti web e app” e selezionare “no”. In questo modo, limiteremo il tracciamento di Facebook delle nostre abitudini e informazioni, che servono a mostrarci pubblicità mirate.


Considerazioni sul film

 

Una delle tematiche “nascoste” di The Social Network è quella della verità. Come dichiarato dallo sceneggiatore, il film è stato girato non per raccontare una storia precisa, ma per parlare di più verità, ovvero quella di Zuckerberg e quella dei suoi ex amici. Ogni personaggio ha un suo punto di vista, e nessuno di essi viene messo da parte per dare più credito a quello di qualcun altro. Appurato che le vicende raccontate sono reali, queste ultime non vengono presentate in una maniera tale da farci pensare “ah, allora è così che è andata”; al contrario, è come se fossimo parte di una giuria che, prima di deliberare, ascolta tutti gli imputati. Questo è anche il modo in cui viene presentato il racconto; le vicende del presente narrativo vengono talvolta interrotte per mostrare il processo che ha coinvolto Zuckerberg, Saverin e i fratelli Winklevoss.
Il bello di questo film è proprio questo: alla fine della pellicola, ci siamo fatti un’idea tutta nostra, non veicolata dal racconto, poiché quest’ultimo non è stato creato con lo scopo di convincere il pubblico a pensarla in un determinato modo.
Personalmente, prima di vedere The Social Network, ero convinta che Mark Zuckerberg fosse un genio. Uno di quei geni un po’ sregolati, al limite del sociopatico e dell’autismo. Dopo la visione, la mia idea che Zuckerberg fosse un genio che aveva avuto un’idea rivoluzionaria cambiò non poco. Era (ed è) sicuramente un bravissimo programmatore, un hacker, probabilmente un genio della tecnologia; ma, dopo essermi accertata che i fatti riportati dalla pellicola fossero reali, sicuramente non ho più potuto pensare che avesse avuto un’idea geniale.
Innegabilmente, oggi Facebook fa parte delle vite di quasi tutti noi, e lo scopo del film non è assolutamente quello di voler fermare la diffusione di questo social network, né di criticare Mark Zuckerberg; fa luce, però, su aspetti che probabilmente non avremo mai modo di conoscere, se non appunto attraverso la visione di The Social Network.
Lo consiglio? Assolutamente sì. Non ci sono tediosi discorsi sui pericoli della tecnologia, né una falsa morale che c’insegna che dobbiamo togliere le dita dalla tastiera per uscire di casa. Sono i fatti, nudi e crudi, un po’ romanzati, messi davanti ai nostri occhi sotto forma di un film dinamico, ben girato e ben recitato.

 

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