Teknolust
di Jessica Andracchio

 

Teknolust è un film indipendente di fantascienza del 2002 scritto, prodotto e diretto da Lynn Hershman Leeson.


Trama

Rosetta Stone è una biogenetista e programmatrice che lavora per tentare di utilizzare la vita artificiale come aiuto nella vita dell’uomo. Crea una formula per realizzare dei robot utilizzando il proprio DNA, creando così tre Self Replicating Automatons (automi autoreplicanti), detti anche SRA, che sono identiche alla scienziata per quanto riguarda l’aspetto fisico. Rosetta le chiama Ruby, Olive e Marine e finisce per affezionarsi a loro come se fossero delle vere e proprie figlie; anche per questo non dice a nessuno di essere riuscita nel suo intento, asserendo che il suo lavoro è esclusivamente una teoria che potrebbe anche non diventare mai realtà. Le tre SRA hanno però un difetto: essendo state create esclusivamente con il materiale genetico di Rosetta, hanno bisogno di quello maschile per sopravvivere. Nello specifico hanno bisogno del cromosoma Y, che trovano esclusivamente nel liquido seminale degli uomini, che è perciò il loro unico nutrimento.
Ruby, la SRA con le difese immunitarie più sviluppate, esce spesso la notte per procurare a lei e alle sue sorelle il cromosoma Y e, per farlo, deve fare sesso con uno o più uomini utilizzando il preservativo. Ruby ha però una regola: non deve andare a letto con lo stesso uomo per più di tre volte, poiché Rosetta ha insegnato a lei e alle altre SRA che costruire legami con gli umani è pericoloso.
Rosetta e le tre robot convivono pacificamente, poiché queste ultime, confinate in un luogo nascosto nella casa della scienziata, comunicano con il mondo esterno attraverso un sito web che ha lo scopo di aiutare le persone a raggiungere i propri obiettivi. Tuttavia, la vita delle quattro donne viene turbata da una malattia che affligge esclusivamente gli uomini che hanno avuto rapporti sessuali con Ruby; questi sviluppano una sorta di allergia che si manifesta con un piccolo codice a barre sulla loro fronte che provoca loro un gran prurito e disfunzione erettile; i loro computer, inoltre, vanno in crash totale. Questo porta i dottori a sospettare di una guerra biologica contro gli uomini; chiedono quindi alla stessa Rosetta di creare dello sperma sintetico, per prepararsi ad una eventuale crisi mondiale. La scienziata prova quindi a dare alle sue SRA il preparato e vieta a Ruby di uscire di casa per un po’ e di nutrire se stessa e le sue sorelle con il sostituto sintetico. Rosetta si confida con Dirty Dick, una donna misteriosa che sta aiutando nelle indagini sulla guerra biologica; la scienziata parla delle sue SRA a Dirty Dick, ma Olive e Marine la sentono e decidono di scappare di casa, ignorando gli ordini di Rosetta. Nel frattempo, gli uomini hanno creato un identikit della donna con cui sono andati a letto prima di sviluppare l’allergia, e risalgono perciò a Rosetta che, per non attirare sospetti sulle sue ricerche e sulle SRA, ammette di essere la donna dell’identikit. Prima di essere arrestata lascia quindi un messaggio alle SRA, dicendo loro che ha bisogno di tempo e che le avrebbe raggiunte il prima possibile.
Le SRA, dotate ognuna di una propria personalità e volontà, hanno ormai deciso di ignorare gli ordini di Rosetta e continuano ad uscire di casa; Olive e Marine si ammalano, e tornano presto a casa, mentre Ruby mette da parte le sue regole poiché s’innamora di Sandy, un ragazzo molto timido e solitario. Mentre Ruby vive la sua storia d’amore, Ruby e Marine decidono di pulire la casa e, mentre puliscono il computer sia esteriormente che interiormente, riescono ad annientare il virus che aveva colpito gli uomini e i loro computer, e tutto torna alla normalità.
Rosetta viene quindi rilasciata; l’agente Hopper, l’uomo che aveva indagato su di lei, però, si convince totalmente della sua innocenza solo quando Dirty Dick gli mostra le cartelle mediche della donna, nelle quali viene dichiarato che Rosetta è vergine.
Rosetta, anche lei innamorata dell’agente Hopper, lo invita ad entrare in casa, e i due hanno un rapporto sessuale.
Marine e Olive, felici per Ruby e Rosetta ma rimaste sole, entrano nelle ricerche di Rosetta e cercano le istruzioni per creare nuove SRA; il film si conclude con le due robot che creano ulteriori sorelle.

 

Personaggi e attori principali

La protagonista indiscussa di questa singolare pellicola è Tilda Swinton, che interpreta ben 4 personaggi: Rosetta Stone, una scienziata che studia il DNA, e le tre SRA da lei create, ovvero Ruby, Olive e Marine.
Swinton è un’attrice conosciuta per il suo aspetto androgino e quotata per interpretare ruoli “ambigui”, come ad esempio, in questo caso, di esseri quasi umani, sviluppati dall’intelligenza artificiale. La sua performance, o meglio, le sue performance in questo film sono assolutamente esilaranti e a tratti tenere; le SRA hanno ognuna un suo carattere, una sua volontà e personalità, ma per la maggior parte del tempo Teknolustvediamo Olive e Marine come bambine e Ruby come adulta. Marine è quella più ribelle, che vuole visitare il mondo reale, spende molti soldi su internet e parla con il linguaggio cifrato quando è arrabbiata con Rosetta; Olive è quella più accomodante, che tiene a bada la sorella e che traduce il suo linguaggio cifrato a Rosetta, mentre Ruby è palesemente la più matura, quella che deve procurare nutrimento per sé e le sue sorelle.
Rosetta è invece quella che oggi chiameremo una “nerd”; capelli riccissimi, occhiali enormi e personalità molto chiusa e impacciata, è una donna geniale che vive da sola e che ha quasi paura di affezionarsi agli uomini. Tutti e quattro i personaggi interpretati da Tilda Swinton sono gradevoli da guardare, poiché lo stile recitativo dell’attrice inglese è quello di un’esperta, che ha lavorato in produzioni indipendenti ma anche in blockbusters.

Il film sembra quasi essere un elogio alla recitazione di Tilda Swinton, poiché gli altri personaggi sono molto poco sviluppati (considerata anche la breve lunghezza della pellicola) e il loro scopo all’interno della trama è confuso.
L’unico personaggio che viene approfondito quasi al livello delle quattro protagoniste è quello di Sandy, il vicino di casa timido e incompreso, interpretato da Jeremy Davies. In realtà, il suo personaggio presenta degli evidenti tratti autistici, ma non è ben chiaro se sia una scelta recitativa voluta o se le indicazioni ricevute dall’attore sono state interpretate in maniera inappropriata. C’è una grande differenza, infatti, tra emarginato sociale ed autistico, e le scelte recitative di Davies sembrano proprio una parodia dell’autismo. Tuttavia, lo scopo di rappresentare un individuo solitario e “diverso” dal resto del mondo è stato raggiunto; infatti, Sandy s’innamora di Ruby proprio perché “strana” come lui.

Un po’ prima del solito, andiamo quindi ad elencare gli attori presenti ed il loro ruolo in questa stramba pellicola.

Rosetta Stone/Marine/Olive/Ruby: Tilda Swinton

Sandy: Jeremy Davies

Agente Hopper: James Urbaniak

Professor Crick: John O’Keefe

Dirty Dick: Karen Black

Dr. Bea: Al Nazemian

Dr. Aye: S.U. Violet

Tim: Josh Kornbluth

 

Gli argomenti

Teknolust argomentiTeknolust è un film a dir poco confuso e, nonostante la recitazione di Tilda Swinton lo renda assolutamente delizioso da guardare, le idee della regista sono praticamente incomprensibili. Molti lo definiscono un film femminista, ma quali dovrebbero essere le idee femministe presentate nella pellicola è poco chiaro: forse la presentazione di un mondo nel quale, per riprodursi, non è necessario il genere maschile, è considerata femminista? Forse lo è la presenza di quattro protagoniste di genere femminile, che poi sono interpretate dalla stessa attrice? Lo è la conclusione? Questa definizione mi ha confusa ma, d’altronde, tutto il film lo ha fatto.
La sottotrama di Teknolust sembra essere l’amore: il virus di Ruby colpisce infatti tutti gli uomini con i quali ha fatto sesso senza legame, mentre alla fine la si vede far sesso con Sandy per amore e senza preservativo, cosa che gli evita di contrarre il virus. Anche Rosetta, alla fine, si lascia andare, s’innamora e ha un rapporto sessuale, mentre Marine e Olive dovranno cavarsela da sole.
Nel corso del film, infatti, viene detto che le SRA s’innervosiscono se non ottengono il contatto fisico; Marine e Olive se lo procurano a vicenda abbracciandosi teneramente e stando sempre insieme, come fossero sorelle gemelle (e, in un certo senso, lo sono); Ruby se lo procura facendo sesso con gli uomini. Questa necessità delle SRA, che si evince dalle ricerche di Rosetta, mette in risalto anche un’altra mancanza della scienziata; così come le SRA, create “a sua immagine e somiglianza”, sono mancanti di cromosoma maschile, Rosetta ha trasmesso loro la sua mancanza di legami. La famiglia di Rosetta è morta, devastata da un virus del quale non abbiamo ulteriori notizie nel corso del film, e lei sembra determinata a non intrattenere alcuna relazione di tipo romantico.
Un altro aspetto menzionato nel film è l’evoluzione della specie; le SRA, come dicono loro stesse in una scena del film, sono migliori rispetto all’essere umano, sono libere dalle loro “imperfezioni”, possono riprodursi senza bisogno di avere rapporti e, soprattutto, sono immortali. Tuttavia, anche questo aspetto tecnologico sembra ricondurre all’insegnamento finale del film, ovvero che non possiamo sopravvivere se non intratteniamo rapporti l’uno con l’altro.

 

Approfondimento: i robot del sesso

Ruby è, sostanzialmente, un robot, ma la sua stessa creatrice le chiede spesso di sembrare più robotica perché, agli occhi dei clienti del suo portale, lei dovrebbe essere solo ed esclusivamente un robot. Nonostante sia un portento dell’intelligenza artificiale, Ruby intrattiene rapporti sessuali che non destano alcun sospetto sulla sua apparente natura umana. Ma nella realtà è già possibile qualcosa di simile?

Qualche tempo fa, Helena Driscoll, psicologa della sessualità e delle relazioni, indicò una data in cui, secondo lei, le relazioni fisiche avrebbero cominciato ad apparire “primitive”, in seguito ad invenzioni tecnologiche sul piano sessuale. In realtà, siamo già sulla buona strada per realizzare questo tipo di futuro; in alcuni paesi, come nel Regno Unito e in Francia, infatti, esistono già dei bordelli nei quali le prostitute sono state rimpiazzate da bambole robotiche, tutte con sembianze diverse tra loro.

Uno dei primi inventori nel campo delle bambole del sesso è Matt McMullen, fondatore della Abyss Creations. I suoi robot rappresentavano uomini e donne idealizzati e venivano esposti in fiere e convention ma, vista la grande richiesta, l’imprenditore ha pensato di crearci un commercio. Ogni robot costa circa 5.000 dollari e può essere comprato da chiunque disponga di tale cifra.

Il passo successivo di queste bambole è stato quello di renderle ancora più realistiche, come possiamo immaginare; la collaborazione di McMullen con Realbotix ha infatti dato vita a Robot del sesso dotati di intelligenza artificiale, capacità di movimento e addirittura una personalità tutta loro.

Il modello in questione si chiama Harmony, ed è disponibile in versione femminile e maschile. La sua “pelle” è riscaldata, muove le labbra, ha espressioni facciali e ha dei sensori sparsi su tutto il corpo, il che le permette di reagire al tocco del cliente e di simulare un orgasmo. Inoltre, il robot è dotato di reazioni che possono sembrare spontanee; può prendere l’iniziativa e può anche mostrarsi offeso se viene trascurato. Il prezzo, in questo caso, è più alto: si va dai 15.000 ai 50.000 dollari.

Sempre creato da McMullan è il robot Solana, controllabile tramite un’applicazione per smartphone.

Abbiamo poi il modello Samantha, che reagisce addirittura alle barzellette e può conversare riguardo argomenti filosofici. Sergi Santos, il suo creatore, dice che alcuni uomini siano arrivati ad innamorarsene.

Sul piano etico, però, la creazione di questi robot crea non poche preoccupazioni. In alcuni paesi, infatti, sono addirittura disponibili robot bambini e robot con impostazioni che simulano una violenza sessuale.

Dopotutto, neanche i “normali” robot del sesso provano sentimenti o possono ribellarsi, cosa che rende molto problematico il loro utilizzo. Con la creazione di robot del genere, infatti, si normalizza un comportamento che, ovviamente, andrebbe condannato, insieme a gravi disturbi della sessualità come la pedofilia.

Come se non bastasse, se l’uso dei robot del sesso dovesse diventare accessibile a tutti, anche i rapporti umani ne risentirebbero; se ci si abituasse all’intimità con dei robot, infatti, verrebbe sempre meno spontaneo intrattenere sani rapporti sociali con gli altri esseri umani.

Teknolust robot

Il discorso del sesso legato alla tecnologia è decisamente più ampio, e continuerà ad amplificarsi col passare degli anni. Il mercato legato alle attività sessuali è da sempre quello più redditizio, e continuerà ad essere così per molto tempo; va da sé, quindi, che i robot del sesso continueranno ad esistere e, molto probabilmente, diventeranno sempre più accessibili.
Si potrebbe dire che ognuno sia libero di eccitarsi come preferisce, finché non danneggia altre persone. Proprio per questo motivo, però, il “sesso tecnologico” potrebbe anche non essere tutto rose e fiori come sembra; come per altre questioni legate alla tecnologia, infatti, c’è il perenne problema della privacy.

Quello che viene caricato su internet, resta su internet. È difficile fermare la diffusione di foto, video e audio, una volta che questi cominciano a circolare in rete. Pensateci bene; tutta la tecnologia che utilizziamo ha bisogno di essere costantemente aggiornata e, perché questo accada, bisogna collegarsi ad Internet. Anche i robot del sesso devono farlo; per captare i nostri movimenti e la nostra voce, inoltre, devono avere delle telecamere e dei microfoni. Quello che viene registrato, dove va a finire?

 

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Considerazioni sul film

Ammetto di aver trovato il titolo di questo film in maniera totalmente casuale, curiosando tra la filmografia di Tilda Swinton. Sarebbe stato molto difficile, altrimenti, venire a conoscenza di questo film indie che, se non si conosce la regista, può sembrare quasi senza senso. Lynn Herhman Leeson è infatti un’artista e produttrice cinematografica americana, i cui lavori sono incentrati sul rapporto tra essere umano e tecnologia; dal 1974 al 1978 ha inoltre sviluppato un alter ego chiamato Roberta Breitmore, riconosciuta legalmente come una persona a sé stante. In seguito ha creato altre tre “Roberte”, per le quali ha ingaggiato tre attrici che la accompagnavano ovunque, imitandola in tutto e per tutto. Tra il 1995 e il 2000, Roberta è diventata CybeRoberta e nel 2006 si è trasferita su Second Life, popolare mondo virtuale online.
Conoscendo queste poche informazioni sulla sua vita, si può capire dunque che i suoi lavori sono più “artistici” che sensati e che, in realtà, il suo scopo era semplicemente quello di esplorare il rapporto (nel vero senso della parola) tra umani e tecnologia, senza scendere nei dettagli.
Teknolust è quindi una pellicola da guardare senza troppe pretese; curiosando tra le recensioni c’è chi l’ha definita un lavoro paragonabile a quello di un bambino con troppi soldi a disposizione, o chi ha detto che è un film intellettualmente spossante, dal momento che è pieno di buchi di trama ed incoerente. Mi trovo d’accordo con entrambe le recensioni e, soprattutto, con quelle che ritengono il film degno di essere guardato anche solo per l’interpretazione di Tilda Swinton.
Lo consiglio? Nì. Personalmente apprezzo molto Swinton e ho visto il film due volte, perché la sua recitazione m’intrattiene sempre e perché tutto sommato ottanta minuti sono pochi. Se state cercando un film con una trama ben precisa, però, probabilmente Teknolust non fa per voi, poiché è pericolosamente vicino al confine del nonsense e, per gli amanti della tecnologia, potrebbe risultare addirittura fastidioso.

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